Sono
passati venticinque anni circa dal nostro primo incontro, e ne serbo ancora
una traccia intensa nei significati e contemporaneamente densa per la qualità
affettiva che ha caratterizzato in quegli anni la collaborazione con te e con
il Teatro del Molo2. Questo è stata un’ instancabile fucina di formazione
professionale, di una quantità insospettabile di individui che oggi si
occupano dei campi professionali più svariati.
Sicuramente
il Teatro del Molo 2 ha avuto un ruolo essenziale nella mia fermentazione
immaginativa.
Ricordo
anche la nostra collaborazione in ambito psichiatrico, erano i primi anni
novanta , e creammo , in tempi e modi pioneristici per il
territorio, un laboratorio di espressione corporea nella Comunità La Grazia
nel territorio di Caltagirone. Rivedo
ancora la gioia e la gratitudine di quegli individui, chiamati pazienti
psichiatrici, che abituati all’immobilità e al noioso gironzolare nei
corridoi, attendendo che le ore trascorressero, cominciarono a sperimentare
l’energia contenuta nelle attività del laboratorio del Teatro del Molo
2.
Valga
per tutti l'esempio di Paola di anni 26, giunta alla nostra osservazione
circa un anno fa con la diagnosi di schizofrenia, che presentava notevoli
episodi deliranti con tematiche persecutorie su sfondo sessuale. Paola
evitava qualsiasi forma di contatto fisico sopratutto con gli uomini; a volte
autolesionistica, si picchiava, si prendeva a schiaffi, si tirava i capelli,
rifiutava spesso il cibo.
Oggi
continua a presentare tali deliri ma con una minore frequenza, entra in
contatto con l'operatore e piange durante questi scompensi psicotici e lo
abbraccia per poi riprendere più rapidamente contatto con la realtà. Ha una
maggiore cura del suo corpo e del suo abbigliamento, sono scomparsi gli
episodi autolesionistici e a volte saluta l'operatore con un bacio
affettuoso. Da qualche tempo sta anche affrontando con lo psicologo reali
tematiche riguardanti la sessualità. Ciò che più colpisce l'osservatore è la
sua aumentata "presenza fisica " nelle relazioni. Sta anche
accettando di partecipare al gruppo che pratica attività sportive cosa che
prima veniva sistematicamente rifiutata. Ultimo elemento della nostra
osservazione è quello relativo all'aspetto formativo dei nostri operatori :
questi più attenti al codice corporeo sono visibilmente meno spaventati dal
" contagio fisico " della malattia mentale, e quindi più capaci di
ascoltare, di capire e di rispondere alle richieste d'aiuto, riducendo così
nella comunicazione la distanza tra curanti e curati.
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