venerdì 11 ottobre 2013

PRESENTAZIONE NEI LUOGHI DEL FARE ANIMA - CIPA ISTITUTO DI ROMA -



 testata





                      ANGOLO DEI LIBRI

                 Riccardo Mondo, Nei luoghi del fare anima,

Presentano: Bianca Gallerano e Franco Livorsi                      
Coordina l’incontro: Antonella Adorisio





sabato 3 agosto 2013

Recensione del libro Sogno Arcano



Sono uscita di recente dalla lettura di un nuovo libro sul sogno Sogno Arcano di Riccardo Mondo e Rossella Jannello (ed. La Parola) ... Non ho letto solo un saggio, ho letto la storia di una proficua amicizia, quella tra due mondi, il Sogno e gli Arcani dei tarocchi, che si incontrano grazie a... una semplice intervista. Rossella Jannello, giornalista del quotidiano La Sicilia, counselor ed esperta di Tarocchi, intervista Riccardo Mondo, psicoanalista junghiano, docente, fra le altre cose, di Psicologia del sogno. "All'inizio è stato come un sogno" dichiarano i due Autori: i ventidue Arcani Maggiori e le immagini oniriche si guardano negli occhi, sanno già di avere diversi punti in comune: il linguaggio, quello della metafora, illuminante ed enigmatica al contempo; il substrato simbolico e archetipico in cui affondano le radici; in una qualche misura la sorte, che li vede strumenti ora dell'arte divinatoria, ora della psicologia del profondo...

Possono dunque comprendersi reciprocamente molto bene, ma possono anche reciprocamente sostenersi ed arricchirsi, in modo particolare attraverso quella tecnica tipicamente junghiana che, per penetrarne sempre di più il mistero, amplia il sogno con ulteriori immagini, pescate principalmente dal collettivo. Nasce così sul periodico "Vivere" una rubrica in cui i lettori raccontano i loro sogni, Mondo li commenta, li cala e contestualizza nella vita del sognatore, Jannello vi abbina un Arcano svelandone le connessioni... Le immagini oniriche, individuali e mutevoli, si incontrano con quelle, stabili e condivise, delle antiche carte, in una danza "erotica", vale a dire feconda e creatrice di nuovi scorci. E' come se il sogno continuasse, se ne moltiplicasse lo splendore caleidoscopico nel cogliere il significante nell'apparente insignificante, la stretta logica nell'apparente illogicità: il sistema di analogie crea attorno a sé il riverbero di un essenza sottostante, che diventa così possibile sentire e scorgere.
La rubrica riscontra un notevole successo. E da qui a pensare di dar vita a un libro, con la rielaborazione del materiale e dell'esperienza, il passo è breve. Nasce così Sogno Arcano, che già dal titolo rivela la sua natura "magica": due sostantivi autonomi che, insieme, svelano e rivelano più nature lessicali, più significati. Non l'ennesimo libro sul sogno, ma un raro libro in cui non si parla del sogno, ma ci si va dentro, lo si vive, lo si tocca, potendo così iniziare a prendere confidenza con esso e il suo linguaggio.
Cito gli autori: "Poteva essere utilmente fruita l'esperienza del sogno da chi non frequenta la stanza della terapia?" E come sono spesso trattati i sogni dalla comunicazione di massa? Così abbiamo cominciato a leggere e a notare, scoprendo che spesso l'argomento mondo onirico era liquidato con banalizzazioni semi-divinatorie e consigli finali sulla vita quotidiana, o, all'estremo opposto, con elevate speculazioni dottrinali poco utili al lettore e alle sue domande. Ci siamo mossi fra questi due punti cercando soprattutto di accompagnare il lettore fra i meandri del sogno per farlo riflettere sui messaggi simbolici del suo inconscio". Quanto ho apprezzato questo prendersi la briga e l'onore di accompagnare, indurre riflessioni, stimolare sia la mente, sia il cuore, prendere per mano... In una parola educare. Perché penso che siamo ancora lontani dall'essere educati ad una sana relazione con la nostra attività onirica e immaginativa, con non poco danno per una fertile relazione con noi stessi. Dopo la dose massiccia di razionalismo e meccanicismo, che ha visto l'occidente relegare tutto il non scientificamente comprovabile in un mondo di serie B; nonostante Freud, Jung e tutti i loro colleghi, che nel secolo scorso hanno visto, rivisto, valutato e rivalutato l'importanza del fenomeno sogno nella vita intrapsichica della persona; nonostante la New Age, che ha riportato l'attenzione al soggetto più che all'oggetto e al valore delle declassate discipline non-scientifiche; ecco, nonostante tutto, ancora oggi il "sognatore comune", colui cioè che non fa parte di una cerchia di "cultori della materia", è perduto, è solo... La domanda "che cosa mai vorrà dire?"... Questa "sacra" domanda che "costringe" a volger lo sguardo da fuori a dentro, pronunciata nel'intimità di se stessi davanti alle indecifrabili immagini, nella stragrande maggioranza dei casi rimane senza risposta. Ecco che l'operazione intrinsecamente didattica degli autori, non teorizzando un procedimento, ma attuandolo, offre una possibilità, una mappa per orientarsi in un territorio sconosciuto; certo disegnata dalla loro sensibilità e dalla loro preparazione, quindi una delle tante possibili, ma non per questo meno valida. [A mio sapere, l'unico altro "luogo" in cui, con le dovute differenze teoriche e contestuali, il sogno viene trattato allo stesso modo è, oltre il percorso di formazione in counseling Voice Dialogue, la Stanza dei Sogni dell'Istituto Innerteam]
Strutturalmente la suddivisione della raccolta di sogni in otto macroaree, che rende possibile seguire il lavoro degli autori attorno a temi universali quali la madre, il corpo, la casa, il tempo etc.; la presenza in appendice di alcuni dati statistici sui sognatori e un questionario, a cui è possibile rispondere partecipando ad una raccolta di dati; nonché il linguaggio fruibile e godibile, contribuiscono a rendere il libro prezioso sia per chi voglia approfondire la conoscenza del sogno, sia per chi a questo misterioso mondo si avvicina per la prima volta.
Federica Vignoli
Counselor relazionale Voice Dialogue
Moderatrice della Stanza dei Sogni. Questo ruolo prevede attività di supervisione e formulazione di feedback nella già citata Stanza dei Sogni, il forum del sito di Innerteam, in cui, chiunque lo desideri, può pubbllicare un suo sogno e riceverne commenti, oppure commentare il sogno di altri. Tutto nel rispetto dei principi teorico-pratici con cui la Teoria della Psicologia dei Sé il Voice Dialogue leggono il sogno.




Recensione di Federica Vignoli da 
innerteam.it

sabato 25 maggio 2013

Mitologie della psiche 'Mysterium coniunctionis'

Mysterium coniunctionis rappresenta la conclusione del confronto tra l’alchimia e la mia psicologia. In esso […] seguii innanzitutto il mio intento originario di rappresentare l’intera sfera dell’alchimia come una specie di psicologia del profondo. Nel Mysterium coniunctionis la mia psicologia otteneva il suo posto nella realtà ed era stabilita sulle sue fondamenta storiche. Così il mio compito era adempiuto, la mia opera terminata, e ora può durare.”
 Carl Gustav Jung

































9.30 Moderatore Riccardo Mondo

9.40 Introduzione Salvo Pollicina

10.00 Proiezione del docufilm Mysterium-Una preghiera poetica-Testimonianze sulla coniunctio corpo/spirito di Antonella Adorisio 

11.30-11.50 Intervista all’Autrice

11.50-12.10 Amplificazioni immaginali
                   di Silvia Alaimo e Raffaella Bonforte

12.10-12.30 Dibattito e conclusioni
                                
                           Ingresso libero

RELATORI:

Riccardo Mondo: Presidente IMPA, Psicologo Analista, didatta CIPA, saggista (Catania)


Salvo Pollicina: Medico, Neuropsichiatra dell’infanzia e dell’adolescenza, Psicoterapeuta junghiano, Socio IMPA(Catania)

Antonella Adorisio: Psicologa Analista, Docente e Supervisore CIPA-IAAP, Docente di Movimento Autentico in ambito internazionale, Saggista e Film-maker, Danzamovimentoterapeuta ATI-APID (Roma)

Silvia Alaimo: Psicologa e Psicoterapeuta, Socio IMPA (Catania).

Raffaella Bonforte: Psicologa, Psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza, Esperta in Sandplay Therapy, Socio IMPA (Catania)



sabato 23 marzo 2013

Video e Report del I seminario di Ars Hillmaniana



L’Istituto Mediterraneo di Psicologia Archetipica ha organizzato a Catania il 23 marzo presso l’aula magna dell’Istituto Boggio Lera il 1° seminario “Psicoanalisi e comunità Il paziente come cittadino”, dedicato al pensiero e all’opera di James Hillman , uno dei più grandi psicologi contemporanei, che dell’Istituto Mediterraneo è stato Presidente onorario.
All’apertura dei lavori il dr Riccardo Mondo, in qualità di moderatore e di presidente dell’IMPA, ha spiegato che con questo primo seminario si apre un ciclo di incontri dal titolo “Ars Hillmaniana”, che si prefigge di approfondire il pensiero e l’opera del grande Maestro, attraverso il confronto e la partecipazione di studiosi nazionali e internazionali. 

Ma chi è James Hillman?

Si racconta che Anna Magnani, al truccatore che la stava preparando per la scena di un film, abbia esclamato: “ Non mi togliere neppure una ruga. Le ho pagate tutte care “. Per questa grande interprete del cinema neorealista del dopo guerra, lo stare nel mondo e le numerose stratificazioni che il tempo vissuto aveva sedimentato sul suo volto, non rappresentavano un inestetismo da occultare. 

Allo stesso modo, James Hillman teorizzava, in ambito psicologico, che le piccole-grandi ferite, le conseguenti cicatrici, le rugosità della nostra anima non andavano cancellate, giacché costituivano un oriente, una mappa individuale e simbolica che il mondo continuamente traccia in noi; rappresentavano il necessario ordito su cui tessere ogni nostra trama narrativa, nella stanza d’analisi come nel teatro della vita.
Egli aggiungeva che ciò vale per il paziente ma altrettanto per il terapeuta, il quale per poter guarire dovrà lui stesso sperimentare e trarre insegnamenti dalle proprie ferite, come il mitico Chirone, maestro di Aslepio il dio della medicina, ferito da una freccia avvelenata dal sangue dell’Idra.

Ma la riflessione hillmaniana si è spinta ancora oltre ed in modo singolare negli anni della sua maturità. 
Nel suo libro‘Cento anni di psicoterapia e il mondo va sempre peggio’James Hillman spiegò come la psicoanalisi, avendo dato grande enfasi all’infanzia e alla relazione paziente-analista, avesse poi finito per lasciare il mondo fuori dal rapporto terapeutico.
Scrive Hillman: “ Nel 1980 a Firenze parlai a Palazzo Vecchio del “ritorno della psiche nel mondo”.Il rapporto psichico non è solo tra due persone, ma tra le persone e tutte le cose. Se parliamo dell’uomo, non possiamo dimenticarci delle cose in cui si esprime, architettura, traffico, pittura, letteratura, politica, agricoltura, ambiente, eccetera: insomma la psiche nel mondo. Il mondo è clinica.” 
 Questo primo seminario dal titolo “Psicoanalisi e comunità Il paziente come cittadino”, è stato organizzato con l’intenzione di approfondire questa singolare svolta nel pensiero hillmaniano. 

Relatore principale è stato il prof. Franco Livorsiordinario dell’Università di Milano e socio onorario delCIPA; lo stesso che nel pomeriggio di venerdì aveva presentato presso la libreria Feltrinelli il suo ultimo libro“L’avventura di Jung” e pubblicamente dichiarato le sue antiche origini siciliane.
E proprio il confronto fra Jung e Hillman ha caratterizzato la densa relazione del prof. Livorsi, che si è dipanata all’interno dell’ articolata cornice con la quale il dr Mario Tambone Reyes ha introdotto il tema del seminario. Livorsi tracciando una simbolica croce, ha assimilato Jung all’asse verticale che unisce Spirito e Materia e tende all’Uno, e Hillman all’asse orizzontale, che promuove e mantiene la Molteplicità, favorendo in tal modo il ritorno della psiche nel mondo.
La mattinata è proseguita con tre amplificazioni immaginali. 
Con la prima siamo passati per la “Badiazza”, un raro e affascinante esempio di chiesa fortezza normanna, ferita da anni di oblio, abbandono e incuria, dove abbiamo avvertito il ri-animarsi del “luogo ritrovato”; ritrovato grazie ad un gesto, una risposta estetica promossa dal Dr Matteo Allone, che recupera quel sentimento sociale che consente di immaginare se stessi come cittadini,(…) in cui l’attrazione per l’interiorità si manifesterà necessariamente come attrazione per l’esteriorità(1).
Oscillando tra interno ed esterno, come su un immaginario nastro di Moebius, ci siamo ritrovati a percorrere con la dott.ssa Antonella Russo le vie di una città immaginaria, ascoltando le risonanze psichiche di una singolare toponomastica.
E cosa poteva esserci di meglio, alla fine di questa varia, insolita passeggiata, del fantasioso desco apparecchiato per noi dal dott. Biagio Salmeri a partire dalla “Cucina del Dr Freud”? Abbiamo assaporato i peculiari sapori di un racconto variamente impastato con sinestesica “gustosità” e sottigliezza verbale, nella sua essenza, genuinamente hillmaniano.

VIDEO E REPORT PRIMO SEMINARIO DI ARS HILLMANIANA . PSICOANALISI E COMUNITA'.





ARS HILLMANIANA
Psicoanalisi e Comunità.
L’Istituto Mediterraneo di Psicologia Archetipica ha organizzato a Catania il 23 marzo presso l’aula magna dell’Istituto Boggio Lera il 1° seminario “Psicoanalisi e comunità Il paziente come cittadino”, dedicato al pensiero e all’opera di James Hillman , uno dei più grandi psicologi contemporanei, che dell’Istituto Mediterraneo è stato Presidente onorario.
All’apertura dei lavori il dr Riccardo Mondo, in qualità di moderatore e di presidente dell’IMPA, ha spiegato che con questo primo seminario si apre un ciclo di incontri dal titolo “Ars Hillmaniana”, che si prefigge di approfondire il pensiero e l’opera del grande Maestro, attraverso il confronto e la partecipazione di studiosi nazionali e internazionali.
Ma chi è James Hillman?
Si racconta che Anna Magnani, al truccatore che la stava preparando per la scena di un film, abbia esclamato: “ Non mi togliere neppure una ruga. Le ho pagate tutte care “. Per questa grande interprete del cinema neorealista del dopo guerra, lo stare nel mondo e le numerose stratificazioni che il tempo vissuto aveva sedimentato sul suo volto, non rappresentavano un inestetismo da occultare.
Allo stesso modo, James Hillman teorizzava, in ambito psicologico, che le piccole-grandi ferite, le conseguenti cicatrici, le rugosità della nostra anima non andavano cancellate, giacché costituivano un oriente, una mappa individuale e simbolica che il mondo continuamente traccia in noi; rappresentavano il necessario ordito su cui tessere ogni nostra trama narrativa, nella stanza d’analisi come nel teatro della vita.
Egli aggiungeva che ciò vale per il paziente ma altrettanto per il terapeuta, il quale per poter guarire dovrà lui stesso sperimentare e trarre insegnamenti dalle proprie ferite, come il mitico Chirone, maestro di Aslepio il dio della medicina, ferito da una freccia avvelenata dal sangue dell’Idra.
Ma la riflessione hillmaniana si è spinta ancora oltre ed in modo singolare negli anni della sua maturità. Nel suo libro‘Cento anni di psicoterapia e il mondo va sempre peggio’James Hillman spiegò come la psicoanalisi, avendo dato grande enfasi all’infanzia e alla relazione paziente-analista, avesse poi finito per lasciare il mondo fuori dal rapporto terapeutico.
Scrive Hillman: “ Nel 1980 a Firenze parlai a Palazzo Vecchio del “ritorno della psiche nel mondo”.Il rapporto psichico non è solo tra due persone, ma tra le persone e tutte le cose. Se parliamo dell’uomo, non possiamo dimenticarci delle cose in cui si esprime, architettura, traffico, pittura, letteratura, politica, agricoltura, ambiente, eccetera: insomma la psiche nel mondo. Il mondo è clinica.”  Questo primo seminario dal titolo “Psicoanalisi e comunità Il paziente come cittadino”, è stato organizzato con l’intenzione di approfondire questa singolare svolta nel pensiero hillmaniano.
Relatore principale è stato il prof. Franco Livorsiordinario dell’Università di Milano e socio onorario delCIPA; lo stesso che nel pomeriggio di venerdì aveva presentato presso la libreria Feltrinelli il suo ultimo libro“L’avventura di Jung” e pubblicamente dichiarato le sue antiche origini siciliane.
E proprio il confronto fra Jung e Hillman ha caratterizzato la densa relazione del prof. Livorsi, che si è dipanata all’interno dell’ articolata cornice con la quale il dr Mario Tambone Reyes ha introdotto il tema del seminario. Livorsi tracciando una simbolica croce, ha assimilato Jung all’asse verticale che unisce Spirito e Materia e tende all’Uno, e Hillman all’asse orizzontale, che promuove e mantiene la Molteplicità, favorendo in tal modo il ritorno della psiche nel mondo.
La mattinata è proseguita con tre amplificazioni immaginali. Con la prima siamo passati per la “Badiazza”, un raro e affascinante esempio di chiesa fortezza normanna, ferita da anni di oblio, abbandono e incuria, dove abbiamo avvertito il ri-animarsi del “luogo ritrovato”; ritrovato grazie ad un gesto, una risposta estetica promossa dal Dr Matteo Allone, che recupera quel sentimento sociale che consente di immaginare se stessi come cittadini,(…) in cui l’attrazione per l’interiorità si manifesterà necessariamente come attrazione per l’esteriorità(1).
Oscillando tra interno ed esterno, come su un immaginario nastro di Moebius, ci siamo ritrovati a percorrere con la dott.ssa Antonella Russo le vie di una città immaginaria, ascoltando le risonanze psichiche di una singolare toponomastica.
E cosa poteva esserci di meglio, alla fine di questa varia, insolita passeggiata, del fantasioso desco apparecchiato per noi dal dott. Biagio Salmeri a partire dalla “Cucina del Dr Freud”? Abbiamo assaporato i peculiari sapori di un racconto variamente impastato con sinestesica “gustosità” e sottigliezza verbale, nella sua essenza, genuinamente hillmaniano.
Salvo Pollicina




Video ARS HILLMANIANA PSICOANALISI E COMUNITA' DA FILO DIRETTO NEWS

venerdì 15 febbraio 2013

Presentazione del libro "Nei luoghi del fare anima" di Riccardo Mondo a Palermo


Chairman:
Franco La Rosa
Partecipano:
Gianni Nanfa
Enzo Guzzo
Mario Tambone Reyes

Arpa di Romina Copernico
Letture di Sandro Dieli

Sarà presente l’autore

Ingresso libero



mercoledì 13 febbraio 2013

Nei luoghi del fare anima, di Riccardo Mondo, ed. Magi

7 FEBBRAIO 2013
Cosa accade nella stanza dell’analista è un mistero, nell’accezione più letterale della parola: dal tema my-, chiudere gli occhi, la bocca, le ferite.
Una straordinaria alchimia avviene, ed è l’inesprimibile. Solo la Poesia, le Muse, i canti dello Spirito possono accedere a quello spazio non spazio e a quel tempo non tempo, come in questo brano della Chandogya Upanishad:”In questa città del Bráhman <che è il corpo> un sottile loto forma una dimora, dentro la quale vi è un piccolo spazio. Bisogna ricercare ciò che vi è dentro questo spazio, bisogna desiderare di conoscerlo.
E se qualcuno domanda: ‘In questa città del Bráhman un piccolo loto forma una dimora nella quale vi è un piccolo spazio; che cosa essa racchiude che sia necessario ricercare, che occorra desiderare di conoscere?’.
Bisogna rispondere: ‘Questo spazio che si trova all’interno del cuore è altrettanto vasto quanto lo spazio che abbraccia il nostro sguardo. L’uno e l’altro, il cielo e la terra, vi sono riuniti; il fuoco e l’aria, il Sole e la Luna, la folgore e le costellazioni, e tutto ciò che appartiene a ciascuno di loro in questo mondo e ciò che loro non appartiene, tutto ciò vi è riunito’. (Chandogya Upanishad, 8, I, 1-3)

Riccardo Mondo, da analista junghiano, racconta se stesso in quella “stanza”, in quello spazio all’interno del cuore in cui sono riuniti Cielo e Terra, Sole e Luna, folgore e costellazioni.
Nella bella cornice del baglio Danilo Dolci luce, calore, voce, canto, musica saranno un solo intreccio.
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Ho finito poco fa di leggere questo libro e ho deciso di scriverne subito, per non disperdere le prime impressioni.
Come sempre nei libri, a parlare per prima è la copertina, su cui è riprodotto un dipinto della pittrice surrealista Remedios Varo, “Cosmic Energy”. Una stanza vuota, fatiscente, si anima a partire da uno sguardo condiviso – e la vita irrompe e, diremmo, si riprende la stanza.
A sottolineare l’irruzione, il titolo: Nei luoghi del fare anima, dello stesso bel colore arancio delle mani dei due protagonisti, che sfiorano corde diverse ma ugualmente vibranti; e il nome dell’autore, Riccardo Mondo, che fluisce in questo incantamento  – un analista Mondo perché puro, Mondo intrecciato con l’anima e Mondo come intermediario con una dimensione ultraterrena, profonda, misteriosa e misterica!
Giro il libro e leggo una citazione di Hillman: Anima, più che una sostanza, è una prospettiva, più che una cosa in sé, è una visuale sulle cose. E’ bianca su un blu che ricorda il cielo poco prima dell’alba, e per me che sono astigmatica e di questo mio sguardo che non vede il punto sono orgogliosa, più che una scritta sembra un disegno di stelle. La dedica, poi, mi conquista: A tutti coloro che hanno provato, tramite la cura analitica, a dare un nuovo orientamento alla propria vita: sì, sento che mi piacerà, e mi dispongo a leggerlo dopo aver creato un angolino caldo e accogliente per me.
Senza poesia non esiste cura, scrive l’Autore già nelle prime righe di un ringraziamento: e i titoli dei capitoli sembrano versi poetici e direzioni di quello spazio della cura che introducono – trascrivo i primi:
Luce alla finestra
Setting
Cura
Invisibile Hestia
Poltrona oscillante
Lo Spazio della Cura è veramente uno spazio ecologico in un senso diverso da quello corrente della parola ma a mio avviso molto più efficace – uno spazio in cui l’oikos è ambiente e nello stesso tempo dimora interiore, e non di uno solo ma di entrambi i protagonisti della coppia terapeutica: uno spazio alchemico di trasformazione.
Cosa accade in quello spazio, in quel tempo altro, e quanto coraggio è necessario avere per affrontarlo, sia come terapeuta che come paziente? Quanto bisogna essere pazienti, quanto bisogna sopportare, quanto sarà lungo questo viaggio?
Quanto bisognerà attendere per scoprire che non esiste un quanto? E che non ci sono risposte ma soltanto il fare, il fare anima che è certamente poesia. Non si può spiegare, ma raccontare sì, a partire da un momento “qualsiasi”, quello presente, dall’ampia e luminosa finestra della stanza di terapia e dalle gocce di pioggia che in un normale giorno di settembre ne rigano il vetro.
Il tempo dell’inizio di questa poetica narrazione è l’autunno: le foglie diventano arancio come gatto e violino e mani e avambracci della copertina; la terra si inumidisce di pioggia per consentire la trasformazione. Una pioggia che è come il pianto silenzioso di Angela, controcanto dissonante rispetto alle sue parole, all’atteggiamento, all’espressione persino sorridente, alla postura.
 C’è un tempo dell’inizio ma non un tempo della fine, nel libro di Riccardo Mondo: c’è forse una fine al divieni te stessoindividuativo?





giovedì 31 gennaio 2013

“NEI LUOGHI DEL FARE ANIMA”: IL LINGUAGGIO IMMAGINALE DELL’INCONSCIO TRADOTTO DA RICCARDO MONDO







In un volume targato Edizioni Magi si leggono le confessioni del terapeuta, interlocutore di se stesso prima che del paziente nella stanza dell’analisi.

Nebulose e quasi evanescenti le immagini del video di Marisa Capace con il testo e la voce di Riccardo Mondo, che si avvicendano come finestre dischiuse in fondo all’abside della Chiesa Santa Maria Alemanna a Messina lo scorso 11 gennaio, in occasione della presentazione del libro “Luoghi del fare anima” di Riccardo Mondo; psicologo e analista junghiano, membro del “Centro Italiano di Psicologia Analitica” (CIPA) e dell’International Association for Analytical Psychology (IAAP), nonché Presidente dell’Istituto Mediterraneo di Psicologia Archetipica e docente di “Psicologia del Sogno” nella Scuola di Psicoterapia dell’età evolutiva dell’Istituto di Ortofonologia di Roma.

« Non poteva esserci luogo migliore della Chiesa Santa Maria Alemanna del 1220 » – così esordisce Matteo Allone, Psicanalista Junghiano e Responsabile del Centro Diurno U.O.S. Camelot.

La Chiesa dei Cavalieri Teutonici si è trasformata in luogo di sosta per l’anima di ciascuno che riaccendeva l’immaginazione nel guardare i fotogrammi di un cavallo disarcionato, del volto di un bambino, di scale vorticose e silenziosi corridoi che conducevano a porte che aperte lasciavano immaginare alla “stanza terapeutica”, la stanza della catarsi. Intanto si ascoltano i frammenti di una Sinfonia di Ludwig Van Beethoven, quasi riproducendo il climax della vita che pulsa nella “dimora interiore”, che risponde al nome “anima”.

Riccardo Mondo nel raccontare i “Luoghi del fare anima”, sembra posare il camice bianco e comunicare al lettore il ruolo del terapeuta che cura l’anima, da dove trasale ànemos, il soffio vitale archetipico che assume le forme delle immagini scaturite dall’inconscio, dalle esperienze vissute nella realtà materiale o cercate nella memoria; come traduce il surrealismo di Remedios Varo in “Cosmic Energy” riportato sulla copertina, dove ogni dettaglio è parte di uno scenario alchemico che confonde la forma oggettiva riflessa nello spazio con il tempo onirico filtrato dalle emozioni che traversano anguste fessure.

Le fessure tracciate da Remedios Varo evocano le “feritoie” della psiche che Mondo descrive:« Il sintomo è una ferita che lacera un equilibrio […] ogni lacerazione dell’involucro psichico diviene un’apertura che fornisce una nuova visione delle cose. Il nostro obiettivo terapeutico è che la ferita psichica possa divenire una feritoia […] ».

Forse che lo psicanalista non possa essere ritenuto l’Orecchio di Dionisio che ascolta la voce recondita di un disagio tramite l’Eco del sintomo, che da dentro l’anima si propaga verso l’alto ?

L’analista nel dare ascolto incontra la coscienza dell’altro, percorrendo insieme un cammino che renda più tollerabile il “patire”, che renda consapevole il “paziente” « nella continua ricerca della giusta distanza tra gli opposti, la neutralità e la partecipazione ».

« In questa stanza i pazienti sono inizialmente sordi all’ascolto della propria sofferenza e impazienti di risolvere i loro sintomi ».

Sembra questa la frase che meglio riassume i punti essenziali del talking cure, che si sostanzia in ogni elemento che compone l’immagine della “stanza di terapia”, dove la poltrona oscillante, che muove la vita interiore come un videoproiettore altalenante, esteriorizza il “caleidoscopio” frammentato « tra le terminazioni nervose degli organi sensoriali e l’immagine che appare alla coscienza è inserito un processo inconscio che trasforma il dato di fatto fisico della luce, per esempio, nell’immagine psichica “luce” […] » (C.G. Jung, 1933).

Qual è il ruolo dello psicanalista se non guidare “Festina lente” nel labirinto immaginale, che dimora dentro l’anima, quasi personificando il Filo d’Arianna che assiste Teseo nei meandri del Labirinto di Cnosso fin quando riconquista la propria libertà.

La cura dell’analista diviene terapeutica quando l’ascolto conduce a smitizzare e significare le immagini che – sradicate dall’inconscio – risuonano alla coscienza durante il setting, dove il dettaglio fisico partecipa alla « circumambulatio attorno l’individuo e i suoi bisogni »; affrettando l’individuazione della patologia innanzitutto da parte del paziente, che poi lentamente percorre a ritroso il proprio esistere nel divenire di un desiderio oppure di un sogno o ancora di un fatto.

E l’analista come interagisce nel coniugare “neutralità e partecipazione”, mentre l’Eco immaginale dell’Altro risuona dal fondo della sua anima ?

Si pone di fronte al paziente vestendo un abito che il corpo non indossa, ma la mente interpreta e il comportamento manifesta. Assume la cura del paziente – suo pari interlocutore – del quale indaga i luoghi che ne fanno l’anima, tramite l’ascolto prestato nel dialogo.

Sono i dialoghi – narrati nella seconda parte del libro – tra il terapeuta e Maurizio con i frammenti del suo diario, e Francesca che affonda in Thanatos e trasale in Eros ricreando la vita, e Marcello che si chiede :« Se non ci sono per me stesso per chi posso esserci? ».

E la stanza – compiacente negli oggetti – si riempie davvero solo quando la Psiche incontra se stessa e il “camice bianco” tramuta in abito comporta – mentale, che nell’esperienza professionale ritrova il campo archetipico da coniugare alla teoria, nel significato originario che riporta al greco theoréo “guardo osservo dentro”. L’analisi non rimane angusta nella tecnica terapeutica, ma osserva “da fuori” quello che Hèstia, la divinità del focolare domestico, custodisce “dentro”, dissimulato dalle immagini che l’inconscio alimenta e la coscienza individua, manipolandole finalmente e non subendole.

L’analista s’affretta a fare lentamente sgusciare dal Caos le immagini che padroneggiano nei luoghi dell’anima, rieducando il paziente al Cosmos con il rituale del setting, portandolo per mano verso la risalita.

Se il paziente si svela, allora l’analista è portato gradualmente a “spossessarsi” – come la dott.ssa Maria Froncillo Nicosia riferisce durante il suo intervento.

« Incontrare l’altro ci consegna grandi doni. » – sostiene l’autore che racconta dell’anima che dimora in luoghi abitati; come Ferdinando Testa – psicologo analista – descrive nel presentare il libro, considerandoli tòpoi di un’anima da decifrare, ovvero « un tessuto ricamato, di cui ognuno può vedere il lato esterno nella prima metà della sua esistenza, e il rovescio nella seconda: quest’ultimo non è così bello, ma è più istruttivo […]» ( Shopenhauer, 1851).

È l’esergo riportato dall’autore che – fra le altre citazioni in apertura ad ogni capitolo – si pone come scintilla rianimata dal focolare della divinità Hèstia.

« L’obiettivo è condividere alcune irruzioni archetipiche, avendo la fiducia di favorire ri – connessioni. Non in questo momento, adesso è il tempo dell’ascolto […] ».

di Dominga Carrubba (da NuovoSoldo.it)

sabato 12 gennaio 2013

Presentazione del libro "Nei luoghi del fare anima" di Riccardo Mondo a Messina





Partecipano

Matteo Allone
Ferdinando Testa
Roberto Motta
Maria Froncillo Nicosia
Perfomance video

Marisa Capace