lunedì 1 novembre 2004

L'arco e la freccia: la recensione di Rosario Puglisi


Il collega Riccardo Mondo è psicologo analista dell’A.I.P.A. (Associazione Italiana di Psicologia Analitica), vive e lavora a Catania ed oltre all’attività prevalente di psicoterapeuta, realizza significative progettazioni in ambito culturale rendendo operative riflessioni e ricerche sociali su temi importanti qual è quella dell’Educazione alla Genitorialità.
Il volume L’arco e la freccia – Prospettive per una genitorialità consapevole tratta della possibilità di applicare in ambito educativo alcuni elementi fondanti la psicologia del profondo e in particolare della psicologia analitica.
Il suo segreto, com’è precisato nella prefazione curata da Luigi Turinese, risiede nell’intelligenza ermetica dell’autore e nella consapevolezza di quest’ultimo di trasferire, al di fuori degli ambienti circoscritti e oscuri del setting analitico, la dialettica psicologica cara allo junghismo contemporaneo relativa al rapporto tra individuo e collettivo sul tema dell’adattamento e dell’individuazione.
L’arco e la freccia. Prospettive per una genitorialità consapevole si presenta come la sintesi di una ricerca di gruppo in continua evoluzione, come confessa lo stesso autore “…l’idea di un libro è supportata nel suo progressivo concretizzarsi da una quota di costante imprevedibilità che ne dignifica la realizzazione definitiva”.
Appare evidente nell’articolazione del testo il rapporto dialettico esistente tra teoria e prassi in un ambito complesso quale appunto la scienza dell’educazione, che da sempre ha avuto come presupposto-corollario l’acquisizione di verità parziali ma non necessariamente contraddittorie, tipiche di una “Comunità Educante” all’interno della quale ciascuno dovrebbe fare la propria parte: lo psicologo, il pedagogista, il mitologo, l’insegnante e, naturalmente, il genitore.
Per questi presupposti epistemologici, sono stati invitati a collaborare una serie di autori, per la maggior parte colleghi siciliani, da anni impegnati in questa ricerca.
Il risultato è proprio un omaggio alle scienze della complessità applicate alla difficile arte del condurre fuori (e-ducere).
Il volume collettaneo si presenta gradevole nella veste editoriale e di scorrevole lettura. Vengono riportati alcuni dei più significativi interventi comunicati nel convegno nazionale omonimo realizzato nel 2001 a Catania, da cui origina il titolo del libro.
Scendendo nel dettaglio, oltre ad un iniziale capitolo di Riccardo Mondo sulla “Educazione alla genitorialità” che definisce con chiarezza caratteristiche e possibili aree di intervento, originali risultano gli altri contributi che possono essere colti all’interno del testo. Si pensi a quello di Elena Liotta sul concetto di “Essere Madre nel XXI secolo”, o a quello di Magda Di Renzo su “I genitori nella mente dei figli”, riflessione sulla costruzione dell’immagine interna del genitore a partire da figure reali ma anche da modelli culturali.
L’intervento di Marco Guzzi, “Riflessioni sull’Educazione dell’Uomo Nascente”, evidenzia la concezione antropologica sottostante ad ogni pedagogia, mentre Alfonso Sottile e Riccardo Mondo ci offrono, nel capitolo “Il genitore e l’esperienza dell’incertezza”, un approfondimento psicologico di questo sentimento che appare connaturato all’esperienza genitoriale. Di ispirazione immaginale ed archetipica il contributo di Daniele Borinato, “Il Padre e l’arco di Ulisse”; Pasqualino Ancona, in “La Genitorialità nella riabilitazione delle tossicodipendenze”, contribuisce con una riflessione analitica su una consolidata esperienza maturata nel territorio.
L’autore partecipa anche alla descrizione, con Angela Giannetto, del progetto “Educazione alla Genitorialità” realizzato in nove comuni etnei e alla esposizione, con Simone Bruschetta e Gabriella Toscano, della ricerca territoriale che ha visto coinvolte più di mille famiglie.
A mio avviso, la vastità del campione presentato, unitamente al progetto “Educazione alla Genitorialità”, consente di trarre dai dati emersi da questa ricerca informazioni utili non soltanto per gli operatori sociali che agiscono nel territorio, ma anche, su un piano più generale, per le riflessioni sull’attuale e difficile modo di concepirsi ed essere genitori, a proposito del quale non va dimenticato che, citando Gibran Kahlil Gibran (ispiratore del titolo del libro “L’Arco e la Freccia”) ”... i nostri figli non sono i nostri figli. Sono i figli e le figlie dell’ardore che la vita ha per se stessa. Essi vengono attraverso di noi, ma non da noi. E benché vivano con noi non ci appartengono”.

Rosario Puglisi

Recensito su Psicologi & Psicologia in Sicilia. Giornale dell’Ordine degli Psicologi della Sicilia, anno VII – n° 2 – Novembre 2004.

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