sabato 29 ottobre 2011

In memoria di James Hillman


Il 27 ottobre, nella sua casa di Thompson si è spento il filosofo e psicoanalista James Hillman, il più originale e carismatico allievo di Carl Gustav Jung. Aveva 85 anni e l’anno della sua morte cade nel cinquantenario della morte del maestro zurighese.

Si dice che la morte di ogni Maestro spenga una piccola fiammella di luce che contribuisce a rischiarare tratti del quotidiano percorso di noi comuni mortali. Hillman è stato un maestro dissacratore di luoghi comuni. Egli poteva celebrare il pensiero junghiano perché si era originalmente affrancato – unico nel nostro ambiente – dalla potentissima discendenza da Jung .
Non a caso amava dire che “non abbiamo bisogno di imitazioni ma di iniziazioni” , di conseguenza non amava nessuna forma di proselitismo.

Grande penna, libera dai virtuosismi dell’ortodossia razionalizzante di molta psicologia, fedele alla lezione diJung , aveva riaperto la psicologia alla Cultura. Un abbraccio intenso e fecondo con le radici della nostra anima greca. Uno dei suoi più brillanti e originali testi è stata una rivisitazione dell’interpretazione dei sogn i- “Il sogno e il mondo Infero” , che, mi confidò una sera, era stata abbozzato nella bellissima Siracusa, durante un potente attacco febbrile che lo bloccò in albergo dopo una visita alle memorie della grecità.

Avevamo progettato una re-visione di quel testo trent’anni dopo, in un luogo sotterraneo di Catania, per incontrare immaginalmente le energie delle divinità ctonie. Oggi nel segno plutonico egli discende nel mondo di Ade, a incontrare quell’Anima (concetto centrale della Psicologia archetipica) che ha celebrato per tutta la vita.

Misterioso era lo straordinario feeling che il nostro autore aveva con l’anima mediterranea del popolo siciliano. _“Un giorno arrivarono alla mia porta due gentiluomini da Catania, che portavano una prodigiosa scatola di doni. Una cornucopia di bellezza e dolcezza, e di grande dignità. Genuinamente siciliana, dalla terra delle ricchezze di Demetra e della leggiadra Persefone. Stupendo! Troppo, troppo ho sentito il mio daimonmettermi in guardia.”
Con questo suo attacco si apre _“Caro Hillman … – Venticinque scambi epistolari con James Hillman” ( Bollati Boringhieri, Torino 2004) da me progettato conLuigi Turinese, una serrata conversazione tra James Hillman e un gruppo di intellettuali, tra cui Franco Battiato, che dipinse un suo originale ritratto, e Manlio Sgalambro con cui ebbe un poetico scambio sul senso della vecchiaia.
Che emozione vedere queste brillanti menti duettare! Chi si ricorda la sua prima presenza a Catania il 13 ottobre del 2001, l’aula stracolma di persone entusiaste (e molte rimaste fuori). Una scena inusuale per un intellettuale, da stadio. James Hillman intuì ben presto la fecondità di questa terra vulcanica al punto da tornare a festeggiare qui, con una cerimonia pubblica i suoi ottant’anni.
Gli donammo in quell’occasione la fondazione dell’Istituto Mediterraneo di Psicologia Archetipica , di cui divenne Presidente Onorario. Fu uno scherzo da bricconi, Hillman era allergico alle istituzioni e temevamo la sua imprevedibile reazione. Lui non voleva essere Padre della Psicologia Archetipica ma un Figlio della Psiche, eternamente riconoscente. Presente il sindaco Scapagnini, gli donammo l’atto costitutivo, e mentre recitavamo la formula lui si fermò come un bambino incantato ripetendo la parola Me- di-ter- ra -neo con quello strano suono che dà l’accento americano. Mediterraneo era oltre gli stati, celebrava la culla della civiltà antica. Improvvisamente ci abbracciò felice.

Riccardo Mondo, Presidente Istituto Mediterraneo di Psicologia Archetipica

Articolo pubblicato su La Sicilia del 29 Ottobre 2011

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